La Gazzetta degli Imbecilli
Anno 0  Numero 7  Arretrati

La Filosofia degli imbecilli (riceviamo e volentieri pubblichiamo)
 
Le origini del pensiero "imbecille"

Dove trae spunto la filosofia "imbecille"? Quali sono i sacri testi ispiratori? E soprattutto quando nasce?
Sono probabilmente i quesiti che più incuriosiscono coloro che si avvicinano a questa particolare dottrina, un po’ per il semplice gusto di sapere, per lo più per cercare di capire come certa gente possa ragionare in maniera così eccentrica. Il pensiero "imbecille" affonda la sue radici tra gli anni 60 e 70 sull’onda dei movimenti innovatori di quei tempi, senza averne nulla a che fare, ma traendo da quelle correnti di libero pensiero stimoli a sviluppare la propria creatività immaginativa e materiale in contrasto con l’assoluta piattezza intellettuale che avrebbe caratterizzato i decenni successivi. In quegli anni l’"imbecille" passava inosservato dal momento che era prassi comune possedere delle idee e cercare di applicarle, la discussione delle stesse rivestiva un momento importante della vita culturale del tempo, e qualunque ideologia era supportata da sostrati culturali e solide convinzioni che ne giustificavano di per sé stessi l’esistenza. In seguito la scomparsa, o peggio la mercantizzazione delle ideologie medesime ha fatto in modo che i pochi irriducibili propugnatori di idee non fini a sé stesse ma con una ricercata giustificazione intrinseca, si trovassero isolati, addirittura additati come degli eretici davanti al tribunale dell’inquisizione, degli untori da normalizzare al più presto o comunque da emarginare dai "posti che contano". Ritornando alla fonte del pensiero "imbecille", possiamo dunque stabilire che esso si sviluppa di pari passo con la crescita anagrafica dei suoi mentori, traendo linfa vitale da alcuni testi sicuramente fondamentali per il consolidamento dell’ideologia e per l’arricchimento culturale della stessa.
Schematizzando possiamo individuare tre pietre miliari per lo sviluppo della rivoluzionaria corrente di pensiero: Topolino, da cui è tratta la componente più romantica dell’ideologia, unitamente ai primi rudimenti pratici sulla vita, fondamentale per dare linfa alla fantasia individuale che permea la mente di ogni "imbecille"; Tex, ovvero l’avventura, il gusto di cacciarsi in situazioni impossibili uscirne nella maniera più inverosimile, l’assoluta mancanza della figura femminile che sarà una costante nel mondo imbecille degli anni a venire, quella ricerca del gruppo, attenzione, non della compagnia, termine prediletto da shampiste e bulletti della periferia brianzola, bensì come circolo para intellettuale dove confrontarsi sui problemi e sulle situazioni più svariate alla ricerca di un’utopistica soluzione, sostanzialmente alla ricerca dell’inutile ma gratificante; Alan Ford, un misto di cinismo ironia e satira della prima ora senza fini destrutturati o politicizzati, ma esclusivamente per ricercare un momento d’ilarità nel grigiore dell’esistenza quotidiana in cui gli"imbecilli sono costretti a vivere.
Questa è una sintesi volutamente ristretta, e una visione decisamente parziale di quelle che sono le muse ispiratrici dell’imbecillità, come tralasciare infatti la didatticità di alcune gloriose pubblicazioni quali l’album dei Calciatori, se non quello dei Campioni dello Sport, piuttosto che trasmissioni televisive gloriose come Chissà chi lo sa? o Scacciapensieri. E proprio sull’importanza della televisione nella formazione del pensiero "imbecille" ritorneremo più avanti, dal momento che l’argomento è talmente vasto e importante da meritare un’accurata analisi.

Vedi…i bambini…crescono bene, rubano sempre, ma non tradiscono mai. (Antonello Venditti)

Abelardo Norchis


La Storia degli Imbecilli ovvero non si vive di solo pane ci sono anche le brioche (By Marco Giunco)

La Filosofia degli Imbecilli ovvero essere imbecilli: un motivo di orgoglio e vanto ed altre facezie (By Abelardo Norchis)

Gli Imbecilli di oggi e di ieri

La lega Ascot

La lega Cigno (imbecilli nel mondo)

La Riffa "Trash Basket 2000"