Milano,10 Settembre 2002 (5)
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Milano, 10 settembre 2002

E poi, prima che oggi sbattessi in questo sito mentre sto cazzeggiando in redazione, sono successe due cose. La prima a luglio, che erano anni che non andavo a una festa, vado all'ippodromo di sera, mi rompo discretamente i coglioni, ma a un certo punto, gobbo dalla malinconia, sbatto contro .... cazzo, non mi ricordo il nome, ha l'agenzia di pubblicità credo con Ciccillo, che tirava bene da fuori, lui invece era (lo è ancora) grosso e sottocanestro menava pesante, che - secco - mi dice: Imaaaaaa!!! Lo sai che forse riesco a salvare il Parco (nel senso del campetto)? E io: ma và, ma dai, ma come stai, ma quanto tempo, ma ti ricordi quando mi hai dato una gomitata in testa che a momenti me la dividi in due? E lui: ma cazzo Ima, ma lo sai che... e mi racconta vita e miracoli di tutti voi. Poi ne succede un'altra, qualche giorno fa. Vado a un matrimonio, e incontro Larry. Che è stato il mio grande amico per tantissimo tempo, che non ci vedevamo più da anni, e chissà come succede, ci mettiamo seduti a parlare, e finiamo sempre al Parco, e le partite a 40, e i fratelli Fassina, e i Crepaldi, e Bartoli che il suo uno contro uno non lo capisco ancora adesso, e Alberto Vita, chissà come sta, e poi tutti gli altri da Ciccillo a Beppe Mazza, Losio, Alex, e Massimo Tassan che non vedo da quando siamo stati promossi con il Gorgonzola ed era una bella persona, fossi stato meno coglione dei miei 25 anni gli avrei parlato di più. Cazzo, quanto tempo è passato. Un po' meno di dieci anni. Ho smesso di frequentare, e di giocare a basket nel 1995. L'ho seguita sui giornali, la vicenda del Parco. Ho appeso un ritaglio al mio computer, quando ne hanno annunciato la scomparsa. Non ci sono più tornato, in questi anni. Mi faceva male, mi ricordava un tempo bello e (purtroppo) passato. Adesso gioco ancora, in via Dezza non ci metto piede, perchè mi sa di surrogato, e non si può fare un surrogato dei bei ricordi. Me ne vado al Lido, dove avevo cominciato, dove ogni tanto vedo Enzo, Ricky, Virgilio, quelli <storici> del Lido, per capirci. Ma non è la stessa cosa. Perchè il sabato non si comincia alle due, non ci si cuoce più sotto al sole, non c'è più nessuno che mi manda affanculo quando prendo tre tiri di fila, non rischio più i denti come certe partite quando dopo i 30 di punteggio ci si scannava. Mi piaceva tutto. Beppe che giocava quelle partite come fossero le ultime della sua vita, e intanto sui tavoli di marmo sotto agli alberi si parlava di politica con Paolo e Stefano Fassina (che incidentalmente, ma mica troppo, era mio compagno di squadra a Gorgonzola, mi ha sopportato per quattro anni), si cazzeggiava, appena finiva una partita, dentro a tirare. E ancora, Alberto Aschiero - ma chi l'ha mai chiamato così? - era Hutch, lo scrivo all'americana, che inventava il tiro con annesso colpo di kung fu (di Larry, non mia), quelli del Pio, Alex che tirava sempre, più di me (e non era facile). E poi Tampleniza, che aveva le mani più forti del creato, e cazzo, quante puttanate dette, e quante risate. E sempre quel sole a picco, che io continuo ad associare al Parco, con l'odore di mille sudori mischiati. Però è stato bello scoprire che i Fassina sono ancora in giro, che Eliana ha scritto quella cosa molto bella sul Parco, che c'è qualcuno che ricorda e non si vergogna di farlo. E' bello il vostro sito. Vorrei far sapere a Stefano (ne approfitto) che sul comodino ho ancora il libro di Fortini che mi aveva regalato. E poi dire che ho ancora la maglietta del torneo del parco (<Property of Parco Sempione>, made in Beppe Mazza,  e quindi, ovviamente, mooolto ammericana, e credo che sia delal fine anni Ottanta). E mi piacerebbe sapere di tanti altri, che fanno, come stanno. E più di tutto, sapere come va la storia del Parco, perchè sarebbe bello, anche solo per un giorno, tornare a tirarci. Lì, e solo lì. Niente via Dezza, zero QT8. C'è stato il Parco, e basta. Forse perchè avevo (avevamo) vent'anni. Ma è stato bellissimo. 

Fatemi sapere se posso essere utile, non solo mandandovi amarcord sul Parco che da scrivere ne avrei,, perchè è come se fosse ieri. E se i Fassina leggessero queste righe, beh, mi piacerebbe salutarli di persona. 

Marco Imarisio