UN DECIO, DUE COMPARI ED UN POLLO (Inteso come secondo)
 

Ed eccoci a commentare un intensa settimana di basket vissuta lontano dai tradizionali lidi lombardi al seguito del Decio Scuri Lombardia. La bella stagione invoglia alla gita fuori porta cosi che I nostri lombardi con una tecnica degna delle migliori partenze intelligenti transumano nel seguente ordine:

  1. Ambros e Carletto Vignati il mercoledi mattina con la macchina
  2. Cif e lo Zanda in qualità di allenatori della selezione Decio Scuri Lombardia in treno con la squadra
  3. Ezio & Cici il mercoledì pomeriggio con la tradotta (la Polo nera di Cici)
Della Wacky-race dei primi quattro poco si sa se non che I primi a bordo della cibicotti-mobile certo non hanno fato voto di digiuno fermandosi in luoghi non certo noti per la scarsezza di vettovaglie mentre I Secondi hanno sofferto la fame e gli sproloqui federali venendo anche a conoscenza delle coppe fatte recentemente preparare per la vincente delle finali cadette, che in quanto già disputate, verranno destinati al riciclo per le vincenti della fase regionale.

Ben di più sappiamo sull’equipaggio C del Diabolico Pulè (ndr.: pollaio in milanes). Per cominciare come da copione l’autista si presenta con l’immancabile "bara cinese" anche se stavolta sembra essere ben meno satolla rispetto alla trasferta in terra asburgica e consente perfino al sottoscritto (novello Matley in quanto ci vuole una medaglia per sopportare Cici) di mettere la borsa nel baule (ovviamente sopra e non di fianco). La novità dell’ultima ora è il cambiamento di rotta, motivo per cui la prima meta risulta essere Siena in quanto grazie al Trinka ci viene data la possibilità di assistere a MontePaschi-Adecco partita fondamentale per la salvezza dei milanesi. Ora, un normale autista per raggiungere Siena fa Milano, Bologna, Firenze e Siena ma Cici no, alla prima avvisaglia di fila il nostro taglia per la Cisa sballando la mappa di viaggio motivo per cui si scollina e si va verso il mar Tirreno, passata Massa deviazione sulla Firenze mare finchè come veri Muppets non sappiamo più dove uscire per andare verso la città del palio. Fortunatamente il diabolico Cici-Shumi ha una cartina e per culo la guardiamo all’altezza di Altopascio che è il posto più indicato per l’uscita dall’autostrada, peccato che I 90 Km che ci separano da Siena siano fatti esclusivamente da semafori. La cosa migliore è data dai cartelli indicatori che segnano 94 Km per Siena fuori dall’autostrada e 74 dopo 5 chilometri che ci consentono in base a rapidi calcoli di pensare ad un breve arrivo peccato che dopo 3 chilometri ne mancano nuovamente 85. Strani. In effetti I 90 Km ce li facciamo tutti in un periodo di circa 2 ore che fanno sclerare per bene il diabolico Dick "Cici" Dustardly che dopo un paio di sorpassi alle colonne ferme (da ritiro patente) ha il coraggio di affermare come I villici guidino male. Villici che devono aver esaurito la scorta di corna ed insulti di un anno.

Comunque sia con un buon anticipo si raggiunge il Palasport (dopo essersi lasciati alle spalle anche il triste campaccio del Poggibonsi dove I locali penultimi in classifica rifilarono un perentorio 3 a 0 alla Pro, sigh), in tempo per uno spuntino pre partita allietato da uno strano tipo che attaccando bottone ha pensato bene di raccontarmi la storia della Men Sana fino ad arrivare al punto di raccontarmi come secondo lui nel 79 l’allora Sapori vinse lo scudetto contro la Scavolini. Strano che non mi risulti (e neanche agli annali).

Passando alla partita è stata anche piacevole, la miglior Adecco della stagione (almeno in trasferta) passa la partita sempre avanti nel punteggio con ottime iniziative in particolare di Taylor che supplisce egregiamente ad una giornata cupa di Bullock mentre tra I locali è una gara a chi fa peggio con il nazionale Chiacig BVP (Bestia Value Player). Morale a 40" dalla fine Adecco avanti di 4 sembra vincente se non che quel cavolo di nanetto di Stefanovic comincia a rompere e su di un suo libero appositamente sbagliato, Rancik (o come diavolo si chiama) pensa bene di lasciarsi sfuggire la palla di mano e lasciare la rimessa a Siena a –7" dal termine. Rimessa, altra dormita del tipo e penetrazione del pareggio a 2" dalla fine. In precedenza l’attenta difesa milanese aveva lasciato anche un rimbalzo con canestro e libero a Chiacig invece che aprirlo a metà. Un capolavoro si asineria. Ovviamente il supplementare è senza storia grazie ad un altra bomba di Stefanovic. Erano I 2 punti salvezza e invece… così è che anche il buon Trinka non si esime dal dirne di tutti I colori a Rancik che però vista la moglie ha sicuramente altro a cui pensare. Devono pensare ad altro anche Cappellari e Faina aggrediti a fine gara e costretti a prendere in mano un paio di sedie per difendersi. Strani.

Intristiti dal risultato reinforchiamo il diabolico Pulè e ci avventuriamo per la Cassia. Ora io non so se Voi abbiate mai avuto il piacere di percorrere tale famosa via Consolare Romana, ma vi assicuro che è di un triste veramente super. Viterbo dista da Siena 151 Km di curve e dossi. Ci sono volute 2 ore e 30 per arrivare durante le quali abbiamo incontrato circa 20 macchine, 7 lampioni e 2 Carabinieri che naturalmente sentendosi tanto soli hanno pensato bene di fermarci. Fortunatamente Cici Dustardly tutti I suoi misfatti ha pensato bene di farli bene e I caramba non senza un filo di tristezza ci hanno lasciato liberi quasi subito tornando in una desolata solitudine permettendoci di tagliare il traguardo all’una di notte. Morale 11 ore per Milano-Viterbo, record olimpico, I gemelli Badrok con l’auto a trazione pedale erano ai box di Viterbo da almeno 5 ore.

Ben prima erano giunti in caserma, ovviamente Secondi dietro alla cibi cotti-mobile, Cif e lo Zanda (ordine alfabetico per rispettare il Secondo posto dello Zanda), già avete capito proprio bene, le squadre alloggiavano nella caserma di Viterbo per allievi aviatori e si muovevano con pulmann militari e mangiavano il rancio in mensa. Strani. Gli alti esponenti federali ovviamente no, presso il nostro hotel c’erano il buon Nani, Angela Albini e Ciccio bis Valsecchi.

Ma il bello della Wacky race doveva ancora venire, si stava preparando a Roma un grande equipaggio formato dai baldi allenatori del Cus Roma Sergio Briano e Davide Malachiano che a bordo della loro Tirchio-mobile alias la macchina più economica della storia costretta ad andare senza benzina, senza olio, senza frizione ecc. pur di risparmiare il più possibile nel loro box sognavano un gran Decio per la loro regione. Da Caserta nel contempo arrivava la T’amoopioBovo car di Mauro Cardinali un conterraneo di Gianluca Piccolo, al pari scarsocrinito, che lo ricorda molto nel modo di essere e di portare allegria. Un altro "imbecille" vero che presentava ben 3 sue creature alla rassegna tricolore.

Il giorno dopo, 25 aprile, il tempo del buttasella per I militari, la suonata dell’inno nazionale e l’alzabandiera ed ecco alle 10 pimpante la Lombardia in campo contro la temibile formazione dell’Abruzzo. Un velo di preoccupazione per lo Zanda nel vedersi il pulman guidato da un autista dal nome beneaugurante: Fasulo. Notevole la paura durante il tragitto di schiantarsi contro il palazzo comunale (l’edifico più alto), per questo il nostro ha evitato con cura I posti davanti andando in Seconda fila. Gente, forse perchè stavamo dormendo in piedi, forse perchè il ponentino ci invogliava all’abbiocco ma Vi assicuro che la partita è stata terribile, le volonterose abruzzomolisane provavano a fare qualcosa ma il loro livello rasentava l’Astro San Rocco di lontana memoria. Finale 94 a 36 o giù di li. Terribile ma il primo passo era fatto. Ricordiamo che la formula prevedeva l’eliminazione diretta e chi perdeva era subito nella pole 9-16mo posto. Le nostre erano al Secondo turno e già almeno ottave. Ammettiamo di non aver retto la fine e transumato nei pascoli alti dove nella Palestra C si giocava Piemonte-Umbria ma non è che il livello sia migliorato.

Mentre in panciolle godevamo la fine del match notizia bomba da Montefiascone (il campo B) dove la Sardegna di coach Molinari tra l’incredulità generale aveva trombato il Lazio di 14. Nessuno ci voleva credere ed è dovuta arrivare la Tirchiomobile e sotto la minaccia di bruciare sotto il naso si Sergio 5 euro il nostro ha confermato il misfatto. Ovviamente abbiamo dovuto attendere l’arrivo in quanto telefonare a Sergio è impossibile in quanto il telefono è perennemente scarico di batteria (non funziona da un anno), non ha dentro 1 euro di carica e probabilmente se avesse gli ammortizzatri sarebbero scarichi anche quelli.

Contenti dell’arrivo dei Cussini e con un inizio di languorino l’allegra brigata ha cominciato a cercare un luogo di raccoglimento eno-gastronomico, la guida del Gambero Rosso di Cici ha fatto il resto e appena dentro le mura di Viterbo è apparsa la celestiale visione di una trattoria DOC.

La pattuglia che cominciava a presentare ampi segni di denutrizione (Cici aveva un mignolino assai deperito) ha finalmente potuto ristorarsi e forti di Ambros, Cici, Sergio, Davide, Ezio e Carletto Vignati si sono alla fine contati 4 bottiglie cadaveri di bianco del posto, un cadavere di Vin Santo, un cadavere cinese di grappa più le acque minerali che però lasciavano a desiderare sul gassato (a detto di esperti del settore). La cosa più triste è stata quando un vicino di tavolo a seguito degli schiamazzi ha cercato di far notare come non riuscisse a parlare con I suoi commensali, pronto Dustardly ha fatto notare come potesse recarsi in Chiesa per il pasto ed il silenzio che agognava. Ovviamente Ezio Matley rideva sotto I baffi. Ma ben più mitica è stata l’anziana sciura che ci serviva. Ad un certo punto ha servito bruschette solo con l’olio, una roba super, al che abbiamo chiesto che olio fosse per essere tanto buono. La tipa ha iniziato a spaziare nelle valli vicine cercando di ricordarsi il posto, ha parlato 5 minuti ed alla fine fa: "ma si, dove sta la mi sorella, l’olio lo fa lei". Ovviamente il Matley della situazione verso il dolce da buon bastardo si è informato se la sorella della sciura stesse bene, dove abitasse e se per caso non facesse anche il Vin Santo mentre il nipote consegnava la mozzarella. La povera tipa è rimasta interdetta trascinandosi il coma fino al momento del conto dove l’equipaggio della tirchiomobile ha provveduto quanto meno a farsi offrire grappe e limoncello. Esausti, casinari e felici ce ne siamo usciti verso la palestra C per vedere Marche-Liguria e Campania-Emilia a seguire come veri professionisti. In Marche-Liguria c’è stata gran bagarre che per un po ci ha tenuto svegli, le tipe correvano a destra e a manca in apparenza senza costrutto, in realtà andavano a caso ed alla fine I motorini marchigiani hanno avuto la meglio per qualche stronzata in meno. Un po meglio la seconda partita ma non chiedete lumi a Sergio che è caduto in un sonno profondo per almeno un paio di tempi mantenuto eretto dal muro retrostante. Noi che abbiamo invece visto tutto pensiamo sarebbe stato meglio fare come Sergio. L’Emilia è stata veramente una squadra deludente, senza anima e con poco talento (in raffronto a selezioni precedenti), discreta invece la Campania dove spiccavano in particolare il tascabile play Casertano e Bovo (la lunga) anch’essa casertana e giocatrice del Cavaliere (non Berlusconi, Mauro). Come potrete intuire quest’ultima era la pupilla del buon Mauro e bisogna ammettere che nel suo ruolo è stata sicuramente una delle migliori se non "la" migliore. La cosa più carina era la composizione della panca campana con un allenatrice che allenava da due anni, l’amica dirigente con la quale aveva aperto la scuola basket che le somigliava di brutto ed un tipo che parlava nei minuti in alternanza all’altra allenatrice. Probabilmente uno allenava la difesa e l’altro l’attacco. Chi allenava la difesa ha presentato una varietà di difese a zona invidiabile, ad un certo punto si è visto un formidabile 1-4 di rosssonera memoria che ricordava la linea Tassotti, Baresi, Costacurta e Maldini con Ancelotti un paio di metri avanti alla difesa. Ovviamente "Baresi" Bovo ogni tanto andava a fare il libero fingendo di seguire qualche taglio. Ma ecco il colpo di scena. L’interessato Zanda (giocava con la vincente) ha fatto tesoro di tale esperienza ed ha cominciato a pensare a come attaccare tale difesa completamente passiva e come soprattutto fermare il pericoloso attacco delle guardie campane.

Come previsto alla fine la spunta la Campania ed appuntamento al mattino dopo a Montefiascone per I quarti. Tornando verso la palestra A si nota del casino e mentre la cibicotti-mobile fa rotta verso la pennica cosa di meglio di un Murialdina-Cus Roma di C2 maschile. Ebbene si dopo 4 partite abbiamo visto pure quella, possiamo dire di aver visto un buon Cus Roma (3 junior mica male tra cui uno nazionale) che è apparso a livello S. Pio ed una Murialdina che farebbe salvare la Di Po del Glunk, mica buoni ma in compenso dei rompicoglioni mai visti che non facevano altro che provocare I giovani avversari. Tristi. La serata la si passa praticamente digiunando in un Internet cafè dove si ha modo di insultare un po di amici vicini e lontani prima di essere raggiunti da Nani ed Albini giusto in tempo per sparlare di qualcuno ed apprendere come dal 26 luglio al 4 agosto non si possa perdere l’Europeo Under 20 a Dubrovnik. Due settimane prima in Slovenia si disputerà anche l’Europeo junior. Verso l’una ci si ritira nei regali appartamenti dopo la solenne promessa di Sergio che si offre volontario per portarci in un agriturismo (a Roma) la sera dopo. 130 Km, però prezzo buono: 18 euro. E te pareva.

Il mattino dopo tutti a vedere le alchimie dello Zanda a Montefiascone per eludere la difesa avversaria e il pericoloso attacco campano guidato dalle insidiose piccole. Tutti pronti e .. sorpresa. La Campania pressa di brutto nella nostra metacampo. E adesso? Adesso niente, I geniali coach non fanno partire in quintetto la temuta piccola casertana e vanno praticamente spesso a vuoto sul press, morale la Lombardia spara una decina di contropiedi nel primo quarto, qualcuno lo sbaglia ma fa il sufficente per ritrovarsi avanti di 10. Vicino a noi un Mauro basito ne pensa e ne dice di tutti I colori, ad un certo punto ci accusa anche di portare sfiga e va ad intristirsi dai suoi genitori (non mamma e papà suoi, quelli di Bovo). I geniali coach proseguono la brillante tattica anche nel secondo quarto, le nostre vanno a nozze ed all’intervallo è 31 a 12 per noi e partita virtualmente chiusa. Qualcuno per pietà deve aver detto qualcosa ai 2 geni nell’intervallo e quanto meno le campane al rientro difendono più vicino a canestro e le nostre dimostrando una discreta mano quadra iniziano a faticare. Piano piano la partita sembra riaprirsi e si arriva a 4’ dalla fine sul 49 a 40. Momento difficile per noi ma le avversarie hanno speso molto e a quota 40 si impiantano clamorosamente fino all’ultimo time out utile solo per subire il 7 a 0 finale che fa 62 a 40. E andiamo in semifinale contro la vincente di Piemone-Sardegna che si gioca nel pomeriggio.

I due coach stroncati dalla vita di caserma ci vengono affidati per essere ritemprati e dove li portiamo? Ma nella città morta no? Questo posto si chiama Civita e rappresenta una città destinata ad essere erosa completamente dagli agenti atmosferici. Nessuno la abita più, solo un paio di snack bar e di negozi di vendita quadri, la città è collegata al centro abitato da una specie di ponte-passerella molto simile al trampolino di Garmish. Domanda, visto che lo pseudo ponte è percorribile solo a piedi, secondo Voi la passeggiata in salita chi ha visto arrivare ultimo ansimante e sudaticcio? Esatto, proprio lui.

Comunque se capitate in zona non potete perderVi lo spettacolo della vallata circostante e la magica atmosfera che si vive tra quelle case, magica atmosfera che come detto, sommata alla sbobba di caserma ha fatto venire fame ai due coach, ufficialmente in missione per vedere la partita del pomeriggio. E vuoi non portarli a pranzo poverini. Fatto, peccato che in 30 chilometri non abbiamo trovato uno straccio di posto per mangiare e dove siamo finiti? Ma a Viterbo alla Pentolaccia. Ottima scelta, I ragazzi hanno apprezzato (la caserma è dura) sopratuttto I Secondi mentre noi in attesa dell’agriturismo ci siamo morigerati (si fa per dire) con un buon primo. Finito il pasto andiamo per tornare a Montefiascone ma succede il fattaccio: quelli ufficialmente in missione vengono beccati dall’intera squadra a passeggio fuori dal ristorante nonostante il pietoso tentativo di nascondersi almeno agli occhi di Albini e Lanzi. Con nonchalanche si accusa il colpo e si parte per Sardegna-Piemonte. Ovviamente la Sardegna dopo l’impresa del giorno precedente ha speso molto, oltre ad avere un paio di infortunate, e non bastano 2 giocatrici molto precise (avevano scritto sulla maglia Cagliari invece che Sardegna) a battere il Piemonte che con una prova ordinata porta a casa la vittoria prendendo per fame le avversarie. Ma anche noi veniamo presi per fame e l’equipaggio della Tirchiomobile ci annuncia che per allenamenti e trasporti vari si va all’agriturismo il giorno dopo. Cici Dustardly è colto da crisi di fame e di astinenza. Ma a tutto c’è rimedio e raccolte le nostre povere cose (compresi Salineri, Abini e Cici) ci siamo recati al terzo ristorante diverso di Viterbo.

Questo era il più sfigato di tuti, al mattino erano stati I ladri, I primi erano limitati, I bicchieri normali non c’erano, I secondi erano finiti (ma lo Zanda non era in caserma?) e .. altre ed eventuali. Minati nella pazienza ma felici perchè l’acqua era gasata abbastanza si è passata una discreta serata nonostante Salineri abbia cercato di far svenire Albini dicendogli che lui allena a Rende in B calabrese una squadra di 8 professioniste 10 volte alla settimana (mattina e pomeriggio). Affermazione che insieme al fatto che Rende, città di 80.000 abitanti sia una specie di Venezia del Sud ha lasciato tutti piuttosto perplessi (meno Mauro che il coach calabro lo conosce bene).

Il giorno dopo, esiliato il povero Ambros vittima di una riunione del circolo, tutti pronti per le semifinali: Toscana-Veneto e Lombardia-Piemonte. La prima partita ha ben poca storia, tale SOTTANA parte con 5 su 5 da 3 nel primo quarto e da sola sotterra le malcapitate toscane sciorinando basket. Arresto e tiro, tiro da 3, penetrazione, fa di tutto anche se a dire il vero aiutata dal Pick & Roll di Rossi con la quale in pratica gioca un Elle degno dei migliori Meneghin-D’Antoni. Alla fine sono circa 40 I punti per le Venete così come la febbre che sale ai nostri eroi in panchina che però hanno pronte le contromosse. Contromossa che prende il nome di BBBLLLIIIIITTZZZ!!!!! In pratica si pensa al raddoppio su Sottana quando diventa pericolosa in modo che cerchi di scaricare la palla essendo qualsiasi altra giocatrice meno pericolosa di lei con la palla tra le mani. A questo punto tutti repentini dentro l’area. Siccome a questi livelli pare che Pick & Roll non si debba fare, il raddoppio non sia consentito il tutto dovrà essere fatto nella massima velocità, proprio come un Blitz.

Ma prima c’è da far fuori le piemontesi, l’impresa non sembra disperata ed in effetti pian piano le volonterose bianche scivolano a –10, -20 in un crescendo rossiniano fino al –40 ed un po nonostante il cloni di Marta Ceppi. Comunque a parte le avversarie la Lombardia gioca davvero un ottima partita, in particolare Colombo di Biassono fa sempre canestro prendendosi il premio Te lemeno aiutata dalle guardie (in particolare la sestese Gaia) che lavorano bene in difesa così come la lunga Gatti e l’Albinese. Buona la prova anche della piccola play bustese Maria Sole.

Paghi dello spettacolo tutti al campo di Montefiascone per la partita del pomeriggio dove la Campania si gioca l’accesso alla finale 5/6 posto. Le Mauro girl stavolta giocano bene difendendo da par loro (eh eh, medaglia, medaglia) e guadagnano l’accesso alla finale. L’arrivo della Tirchiomobile con il suo equipaggio ci fa capire che abbiamo anche noi guadagnato l’accesso all’agriturismo di Roma. A queso punto non resta che distribuire I commensali. Il diabolico Pulè carica l’autista Dustardly, Penelope Bishop (Albini) e Davide Malachia. Per la Tirchiomobile Sergio (scoperto poi come sia originario di Genova) alla guida, Ezio Matley e l’autista della T’amoopioBovo car (Mauro). Vi risparmio come quella cazzo di Cassia sia angosciante anche nei 70 chilometri tra Viterbo e Roma, anche se Sutri deve essere un bel posto. Fortunatamente dopo un po inizia il maxi raccordo anulare e ci si può ricordare di tutti I nomi sentiti nel tempo. L’Olgiata (quella del delitto), la Nomentana (Via Nomentana, Via Nomentana da quelli della notte), l’autodromo di Vallelunga, la Prima Porta e tutti I vari Colli, Collini e Colletti che fanno Roma. Mentre raggiungiamo la mangiatoia la Tirchiomobile si fa onore, spifferi ovunque, rumorini dalle parti ma regge dall’alto dei suoi 200,000 chilometri, poi è targata Milano e anche se facciamo cose strane stranamente ci insultano poco. In effetti il modo di guidare romano è un po particolare nel senso che quando ci sono le immissioni da destra o da sinistra nelle corsie di marcia, il primo che arriva passa e se tu suoni, fai I fari o ti incazzi non succede assolutamente nulla, nessuno si preoccupa.

Ma la cosa più bella del viaggio è quando Mauro inizia a raccontare del suo servizio militare a Roma dove aveva conosciuto una ragazza del Eur (o li vicino) sorella di un suo commilitone. Al che Sergio fa "anch’io abitavo all’Eur e conscevo tutti". Ah fa Mauro "allora magari conoscevi sta tipa che abitava in via xx in un portone strano". E Sergio: "e com’era?". Beh fa Mauro "non tanto alta, capelli lunghi, un viso carino". E l’altro: "Ah, ho capito chi è, è quella Troia, quella che la dava a tutti nel quartiere" E Mauro: "si, proprio lei, come fai a conoscerla?". Ezio Matley era piegato sotto I sedili dal ridere e ha dovuto mettere la testa fuori dal finestrino per non soffocarsi e pungersi con la sua medaglia.

Comunque sia dopo un po si becca la Via Appia, giuro non so come, e si va verso Ciampino, ad un certo punto la Tirchiomobile svolta in un posto incredibile attraversando un passaggio a livello e costeggiando un muro. Avanti un po’ solo campagna, strada sterrata e sullo sfondo il cibo. Nome dell’agriturismo: "LA PATATONA". Uauuu.

L’ingresso stile Ok Corral ci fa intuire dove stiamo andando, nel posto si producono un po di cose buone da mangiare e le si trovano anche sul tavolo, tant’è che non danno neanche il tempo di sedersi, la tavola è già imbandita per gli antipasti che comprendevano dal lardo, alle verdure passando per affettati vari, bruschette e per finire ad un cesto di salami a piena disposizione. Finalmente il buon Mauro poteva rifarsi dei due giorni di quasi digiuno (la prima sera affamato da lupo l'avevamo portato all'InternetCafè per una piadina granitica e la seconda sera dall’altro tipo era finito tutto), la povera Penelope non speva più dove girarsi accusando già il primo sonno ed essendo intenta a chiedere se ci fosse aglio (a cui povera è allergica) in qualsiasi cibo. Ma a tenerla sveglia ci pensavano I molti brindisi (ad un collega) e Mauro già andato che ha iniziato paragonando la formosa cameriera alla lettrice di barzellette di "la sai l’ultima" (in effetti pareva un po la zia di Pamela Prati) per arrivare alla declamazione del suo quintetto ideale: Bovo, Bovo, Bovo, Bovo e Bovo. Nei rari momenti di lucidità si è anche arrivati a stabilire il quintetto serio: Sottana (Veneto), Rossi (Veneto), Colombo (Lombardia), Bovo (Campania) e la lunga di Toscana o Lazio (ndr.: I nomi non me li ricordo, non sono stato attento).

In effetti nella baraonda del posto mi son perso qualcosa in quanto tra le interessanti rappresentanti del gentil sesso che giravano intorno e il continuo susseguirsi di cibo (3 primi, 3 secondi, dolce, grappe ecc.) c’era assai da distrarsi. Nel frattempo a furia di cibo e brindisi si registravano I ko di Sergio e Cici annebbiati dai fiumi dell’alcool. Allegro Mauro, in coma morfeitico PenelopAlbini, quasi sani Davide ed il sottoscritto. Tirata notte fonda I nostri in auto per il ritorno. Il diabolico Pulè ospita ovviamente la vampiresca Penelope, Mauro, il comatoso Cici e EzioMatley che in qualità di relativamente sano è costretto alla guida.

Retroscena allora sconosciuto: la patente di Matley era rimasta alla reception per la registrazione, da buona bestia il nostro non aveva con se alcun documento (la carta d’identità non sta nel portafoglio ed il passaporto è pesante) se non la medaglietta del comune. Ovviamente da veri Muppets si parte e Davide (alla guida della Tirchiomobile in quanto Sergio si era addormentato nei primi 100 metri sul sedile anteriore) fa cenno di seguirlo. Naturalmente cambia strada senza che quelli del Diabiolico Pulè se ne accorgano ed alla prima curva I lombardi sono alla mercè di una terra sconosciuta (solo PenelopAlbini non era preoccupata in quanto crollata nelle braccia di Morfeo al primo minuto di macchina). Imboccata comunque l’Appia si arriva al raccordo anulare, Dustardly con un occhio aperto rimungina che cavolo fare, al primo bivio del raccordo è panico, al secondo errore clamoroso. In pratica abbiamo infilato il raccordo dalla parte opposta (sono 60 Km). Non tutto vie per nuocere e ci siamo beccati Roma by night al contrario di prima, ora le uscite salivano nel numero 24,25,26 finchè circa a quota trenta non sono ripartte da zero fino alla 5 (Via Cassia). Ovviamente la Cassia c’è nuova e vecchia e siccome avevamo il 50% di possibilità di prendere la giusta abbiamo preso l’altra. La cosa non preoccupava ormai neanche più Mauro che sognando il 5° posto della Campania con Bovo protagonista era ormai in pieno sonno, però ha detto: "se vuoi guido io" prima di crollare miseramente.

Ma il Diabolico Pulè ha retto la prova ed in un ora e mezza ci ha portato a casa belli cotti ma pronti per le finali del giorno seguente nel Palazzetto A. A proposito di Palazzetti, resterà per sempre un mistero dove fose il fantomatico D, nominato per le finali 15/16 e 13/14 ma mai ben identificato.

Il mattino dopo tutti pronti e speranzosi nel BLIIITZ per la finale. Toscana batte Piemonte per il terzo e quarto mentre Friuli e Campania si giocano il 5/6 a Montefiascone con Marche e Sardegna per il 7/8.

La tensione del match è palpabile, Dastardly con grande fiducia ha scommesso con Mauro che si becca meno di 20, l’altro scommette sul +20 e la vittoria della Campania sul Friuli. Carletto scopre che la moglie appassionata di antiquariato lo tiene solo per quello, la Tirchiomobile arriva anche se solo per la finale in quanto Sergio ha un importantissimo Albano-Mentana di C femminile dove il Mentana che lui allena è una società satellite del Cus impegnatissima nel non essere promossa (anche li pare promuovano cani e porci per Il girone a 14 del prossimo anno), motivo per cui lascerà Davide abbandonato a se stesso dopo la finale. Matley ha sonno, PenelopAlbini è pimpantissima.

In tale agitazione ha inizio il match, fasi di studio ma si nota benissimo come il Bliiitz dia buoni frutti anche se le Venete danno l’impressione di usare meno il Pick & Roll (probabilmente ammonite da qualcuno), Sottana fatica abbastanza in quanto ben marcata, la difesa Lombarda se la cava bene anche se la lunga Gatti non appare in partita. Insomma un buon primo tempo che si chiude sotto di soli 4 punti per la Lombardia (35-31) che però non da l’impressione di poter fare sua la partita. Giustamente lo Zanda ha cercato di fare in modo di stare il più possibile attaccato all’avversario nelle marcature e nel punteggio e fino all’intervallo le cose vanno come sperato.

I dolori però iniziano nel secondo tempo, Sottana continua ad essere ben contenuta ma riesce a trovare con facilità l’assist od il buon passaggio in particolare per Rossi che inizia a fare il diavolo a 4. Trova un paio di canestri ed una bomba (l’unica del Veneto) che dal +6 fa il +9 nel momento peggiore per la Lombardia (la metà del terzo tempo). Lombardia che non fa più canestro anche per l’opposizione valida delle lunghe avversarie, in primis Fassina che difende e trova alla fine 16 pesantissimi punti. Per Rossi alla fine saranno 20 I punti (premio Te lemeno). Come detto il terzo tempo è un calvario per le nostre che non trovano assolutamente sbocchi offensivi e che pur cavandosela in difesa pian piano scivolano verso il fatidico –20. Qualcosina di loro fanno anche gli arbitri (perla di un libero segnato che volevano annullare per invasione dell’attacco) ma nel complesso la superiorità delle nere è netta. Alla fine anche Cicì viene beffato perchè l’ultimo contropiede del Veneto fissa il punteggio sul +21. Ma il buon Mauro ha poco da godere perchè la Campania becca 30 dal Friuli. La cosa più triste sono comunque le premiazioni effettuate senza le giocatrici Friulcampanosardomarchigiane che impegnate nelle loro finali sono arrivate a ritirare le coppe quando tutto era finito.

Morale un edizione tecnicamente piuttosto scarsa del Decio Scuri, alla fine I valori sono stati rispettati, lascia un po perplessi la formula (Lazio 9° con 3 sconfitte ed una vittoria e Sardegna 8° con 1 vittoria e 3 sconfitte) ma lo scopo del Decio è sempre stato quello di offrire una vetrina alle giovani promesse italiane. Già peccato che non ci fosse quasi nessuno a vederle….

E così I nostri eroici Zanda e Cif hanno ottenuto il loro bel secondo posto tenendo alto l’onore Lumbard, decisamente troppo duro l’ostacolo Veneto seppur il Blitz abbia tenuto Sottana a soli 13 punti. Un plauso alle nostre ragazzine che si sono dimostrate una squadra compatta, senza star ma in grado di aiutarsi l’una con l’altra e non è poco.

Il salotto post partita prelude alla caccia al ristorante con TV per le importanti partite di calcio del pomeriggio. Nel contempo il "romanista" Sergio inforcava la Tirchiomobile e lasciava Viterbo per la fondamentale partita di C Albano-Mentana (il nostro allena le battagliere mentanesi) lasciando alla nostra mercè il buon Davide. Il quarto posto sul Diabolico Pulè veniva occupato da uno Zanda ancora in tensione agonistica.

Adocchiato un localino in centro Cici Vi si fionda. Ovviamente il posto è inondato di militari: in divisa blu, verde oppure in borghese (a tale proposito Viterbo pare una città in stato di assedio con militari dappertutto), ma il bello è che il 90% dei tipi è interista. A parte il sottoscritto (che tiene alla sua squadra di Fantacalcio) Cici, Davide e lo Zanda sono 3 juventini e la cosa non è apparsa molto simpatica. Ovviamente il sottoscritto esultante ai gol di Montella, Di Vaio e Maniero confonde le idee agli interisti, gli altri 3 non troppo. Fortunatamente Cici si auto esilia al gol di Ronaldo e se ne va inviperito seguito da Davide. Lo Zanda troppo preso con il remake di Lombardia-Veneto non fa testo e resta fino in fondo a seguire la sua personale TV.

La caccia ai 2 fuggitivi si chiude all’Internet Cafè dove un Cici inviperito (vittoria perfino del Milan che lo fa sclerare del tutto) viene recuperato e riportato alla macchina in quanto non potevamo non vedere anche Viterbo-Reggio Emilia di A2. Scoppiettante la partita, sopratutto nel primo tempo Viterbo è incredibile e chiude il primo quarto a 38 punti facendo sempre canestro da 2 e da 3 con Baiocco, Gaspardo e Millanta. Sembra una passeggiata per le locali che vanno avanti anche di una ventina finchè le omonime Gori di Reggio non cominciano ad entrare in partita, Viterbo comincia ad avere problemi di falli ed è "costretto" a schierare le seconde linee ed in particolare tale Scaramuccia che, Vi assicuro, nella nostra B farebbe fatica. Fortunatamente per lei l’allenatore di Viterbo si chiama Scaramuccia ed è il suo papà. Gli ultimi 5 minuti fanno venire I brividi ai tifosi locali (compreso la supergnocca davanti a me) con l’aggancio a circa 2 minuti dalla fine. Per bontà divina papi Scaramuccia non impazzisce del tutto ed il rientro del suo quintetto base seppur a fatica (74 a 71) porta a casa 2 punti d’oro che proiettano le laziali in testa alla classifica. Rinfrancati si risale in auto per la tappa di trasferimento a Roma.

Per far tornare in se uno Zanda giunto alla sesta replica di Lombardia-Veneto lo si caccia a cassetta anche per evitare che si sieda dietro ed ingombri in quanto tra bare cinesi, sacche, borse e sacchetti lo spazio cominciava a scarseggiare. Durante la tappa riceviamo il messaggio di Cif con la retrocessione di Treviglio, non avendo nulla da fare si pensa di giochettare un po con il buon Cif ed è lo Zanda a mandargli un messaggio chiedendogli il risultato di Treviglio-Venezia. Dopo 5 minuti lo fa anche Davide. Cif risponde a tutti finchè non tocca anche a me che penso bene di sbagliare il numero mandando il messaggio "allora Treviglio in A2?" ad una tipa che mi risponde: "cosa vuol dire non capisco". Il diabolico Cicì che fa? Pensa bene di mandare anche lui alla tipa un messaggio con scritto: "ci vediamo alla Boccia" solo che al numero della tipa fatto sul suo telefono viene corretto con quello di Cif che riceve il messaggio e resta interdetto sapendo dove siamo (la Boccia è in Brianza). Cici non è convinto e pensa bene di riprovare e di far intervenire anche Davide a supporto. Altro messaggio alla poverina con "non fare lo scemo". La poveraccia ad un certo punto interdetta chiama Cici (io avevo spento, eh eh da buon Matley) che fa lo gnorri ma appena mette giù chiama Cif e Mattia ordinandogli di messaggiare la tipa. Ovviamente lo fanno anche loro e sta poveraccia con la sola colpa di avere un 9 al posto di un 8 passa una serata a capire quanto imbecille possa essere la gente. Innocenti e diabolici giochini da imbecilli.

L’imperterrito Zanda a tempo di quasi record (vista la guida solita di Cici) ci porta a Roma (seppur sempre in play back per il continuo film di Lombardia-Veneto proiettato nella sua capa) dove Davide per impegni ci lascia assicurandoci però l’assistenza del buon Sergio che nel frattempo aveva eroicamente sbancato Albano grazie a 3 junior del Cus.

Davvero carino il posto dove siamo stati destinati, si tratta in pratica di una specia di bad & breakfast gestita da universitari-cattolici legati al CUS Roma (tanto che il campo di allenamento CUS è all’interno della struttura) che, in pratica in un parco, hanno situato questo edificio. Tra l’altro la spesa per l’alloggio e prima colazione (anche se non ci hanno mai visti) è stata davvero interessante ed il posto è a 10 minuti a piedi dall’inizio di Via Veneto (inizio del centro storico).

La scena dell’arrivo è stata triste e ammetto per colpa mia. In pratica al momento del check-in il tipo mi ha chiesto il documento. Ovviamente per ragioni di spazio io porto la sola patente e, se siete stati attenti nella puntata precedente, tale documente vagava per I cassetti dell’hotel Balletti di Viterbo. Dopo 5 minuti di furiosa ricerca un flash mi ha riportato al check-in di Viterbo. Fatto uno + uno ho intuito dove fosse la mia patente. Da li ad una serie di Madonne è passato un attimo, tanto che addirittura il diabolico Cicì ha dovuto zittirmi e ricordarmi di essere in un posto gestito da Preti. Il tipo mi ha dato la chiave con malcelato disprezzo.

Un oretta per doccia e cambio gomme (Cicì ha sostituito la cicca) ed alle 22 puntualissimi siamo al rendez vous con la Tirchiomobile. Sergio promette il giro di Roma e tutto quello che avremmo sempre voluto vedere in poche ore.

Eclatante l’inizio del tour con visita alla casa natale (nonchè residenza) di Alessandro Di Paola (???) che notoriamente a Roma per importanza viene solo dopo l’altare della Patria e la Fontana di Trevi, a seguire dopo un paio di vie fatte alla settimana inglese (completamente a sinistra) raggiungiamo anche la palestra di gioco del Cus Roma (non senza aver rischiato il frontale con un tram che pretendeva solo di andare tranquillo per I suoi binari). Dopo I citati monumenti si inizia a fare sul serio con la Piazza di S. Giovanni che nessuno di noi ha capito cosa fosse (nemmeno il Dr. Zanda) finchè non si è aggiunto un in Laterano che ha fatto esclamare a noi poveri milanesi un ahhh di compiacimento.

Ma Cicì ce l’aveva per una sua fisima con la Trinità dei Monti per cui il buon Sergio dopo aver fatto un infinità di vicoli e strane manovre, per effetto delle quali c’era sempre quel cavolo di Altare della Patria tra le balle, alla fine ce l’ha portato per sentirsi dire che non gli piaceva. Anzi il nostro ha affermato: "Roma non mi piace tanto perchè non assomiglia a nessun altra città" spiegando che lui non era contento se non accostava parti di una città ad altre. Strano.

Trovatici ad aggirarsi per il centro e dopo aver fatto un viale pieno zeppo di agenzie e monumenti funebri (Sergio ha spiegato che c’era vicino un cimitero) finalmente dopo una curva spuntava il mitico Colosseo e visto che pirlavamo quasi da 2 ore si è passati alla passeggiata culturale serale.

Vista l’ora (quasi mezzanotte) il parcheggio che di giorno è praticamente impossibile non è stato un problema consentendoci l’inizio di una scarpinata non indifferente. Prima tappa ovviamente il Colosseo che visto da fuori è veramente imponente, dopo di che il grosso viale che porta all’altare della Patria (ma guarda un po) dove abbiamo potuto ammirare la mappa dell’espansione dell’Impero romano nei secoli del suo dominio e sopratutto gli scavi che cercano di portare alla luce l’antica civiltà. Mi sfugge abbastanza cosa stiano cercando di fare gli archeologici ma è bello lo stesso (Gianni direbbe che il posto è pieno di sassi lasciati per terra e che potrebbero mettere un po a posto queste robe vecchie, magari facendo dei box ed un laghetto per pescare le carpe).

Da segnalare le doti ciceroniane di Sergio che sa cose incredibili sulla storia della sua città (se lui viene con me a Milano gli dico: questo è il Duomo, questo è il Castello Sfrzesco ed al massimo gli potrei spiegare la storia del Peep show) che come ha spiegato ha imparato da un amico appassionato di archeologia accompagnandolo nelle sue ricerche. Seguendo la nostra guida come 3 diligenti paperelle (o meglio paperotte) siamo arrivati a quel c…o di Altare giusto per vedere I due poveracci blindati ed impassibili a curare I gradini, di fronte il balcone da cui parlò Mussolini alla nazione (ci immaginavamo tra un po il Berlusca arringare il suo popolo), sparse ovunque statue e busti di imperatori romani, qualcuno noto (Giulio Cesare) altri mai sentiti. Sul retro dell’altare il gran premio della montagna con il Campidoglio e I vari Palazzi comunali.

La cosa incredibile è come si passi da asfalto a pavè a ciotolato a strade di sassi in poco spazio in un mix sconvolgente per noi nordici abituati al cemento. Sono comunque posti in grado di dare brividi difficilmente percepibili in altre città, a volte si ha la sensazione di veder sbucare da un angolo dei tribuni con la loro toga che discutendo salgono verso il Senato calpestando la sassosa via. Davvero magico. Un paio di scavi (pare lì ogni giorno chiudano un pezzo di strada) ci costringono alla circumnavigazione per il ritorno così che con un Cicì già provato ci vuole una vita per riguadagnare la macchina. Per pietà Sergio decide che d’ora in avanti si va solo in macchina.

Ed in macchina provvediamo ad arrivare in S. Pietro per vedere cosa ci sia in stoa benedetta Città del Vaticano. Vista l’ora ci ritroviamo quasi solo pattuglie della Polizia ma possiamo apprezzare la solennità del posto e le mura che consentirebbero al Papa di riparare a Castel Sant’Angelo se assediato dalle truppe Berlusconiane.

Da li non so come rientrati nella Tirchiomobile abbiamo cominciato a salire fino ad arrivare al Gianicolo, uno dei colli da cui il panorama che si gode è notevole. Si passa la copia della Lanterna di Genova regalata per il regno d’Italia (bello l’effetto dei 3 colori che si accendono in alternanza) e dopo il GP della montagna si può sbarcare per ammirare Roma by night. Wonderful come direbbe una romantica donna inglese.

La cosa più bella è stata quando una coppietta ci ha affiancato (pare sia il posto migliore per l’imboscamento) e lui con grande slancio ha detto alla sua Lei: "Vieni, fragoletta di bosco di Marietto tuo". Visto che eravamo li da un po come non poteva mancare un "vieni, carciofone del deserto" riferito ad un ormai incomato Cici. Nel frattempo lo Zanda aveva finalmente finito le proiezioni delle repliche e cominciava a tornare normale apprezzando le bellezze della città eterna.

Da parte mia devo ammettere di aver visto diverse capitali Europee e la mia personale classifica che vedeva Praga, Stoccolma e Vienna nell’ordine delle preferenze viene decisamente stravolta con l’ingresso di Roma al primo posto. Non si può non restare affascinati dall’atmosfera che si respira, c’è città, storia, collina e mare a portata di mano e per me che avevo visto solo la stazione Termini (2 volte, uno per uno spareggio per andare in A1 con il Geas a Latina e l’altra di passaggio per andare a Sensepolcro da Milano) è stato veramente una piacevole sorpresa.

Ma ormai s’erano fatte le 2 di notte e si cominciava ad avere un leggero languorino, bontà sua anche la nostra guida non vive proprio di sola aria (vedi "la Patatona") e decide di portarci ai Fori imperiali e, passato il campo (anzi la vasca) di pallanuoto, il Foro Italico per il Tennis finalmente si giunge all’Olimpico (prossimo teatro dell’exploit nerazzurro) dove l’unico paninaro marocchino del posto ci spara un paio di panini da antologia (il mio con porchetta , funghetti ed olive) che ci consentono di ripartire quantomeno ristorati.

Non contento Sergio ci spara il Tevere, Trastevere ed il lungoTevere, la sede della Fip e del CSI, finiamo poi nella solita Via del Corso con l’Altare in faccia (e rieccolo) finchè non riconosciamo la famosa dimora di Di Paola che ci annuncia la vicina dimora. In pratica sono quasi le 3 quando riusciamo a crollare sul letto con Cici che annuncia: "e domani grande visita a piedi della città". Fortunatamente sull’accento di città crolla ronfante. Cosa che non ci siamo fatti ripetere ne io ne lo Zanda reduce da 4 giorni di sveglie alle 6 in caserma.

Il mattino dopo è Cicì il trombettiere, mitico lo Zanda che all’alzo della tapparella a cura del malefico fa: "non credevo di essere in ferie con mia madre". Ovviamente dopo Cicì la doccia tocca allo Zanda (da buon secondo) e vewrso mezzogiorno siamo tutti pronti e pimpanti per l’esplorazione.

La configurazione di gara è da asciutto con tanto di braghette corte, Cicì ha perfino le scarpette fighe da passeggio (con tanto di cerottoi anti vesciche). Io cerco di alleggerirmi ma viene rifilato lo zainetto con le mappe (uffi) e I giubbetti. Con grande senso dell’orientamento, e come un vero piccione viaggiatore, Cicì guida il gruppetto con incredibile baldanza. In realtà dopo 100 metri sta già dicendo "perchè correte" costringendoci ad un passo da pensionati asburgici.

Passiamo il nostro bel Parioli, passiamo il consolato del Principato di Monaco (dove allo Zanda alias Monaco a Subbuteo tornano I brividi pensando all’autorete contro l’Iraq di Musone che ha fatto storia, ricordate "la palla la prendo sicuro" con palla spedita magistralmente nell’angolino della sua porta) per giungere all’ingresso di Porta SalaMadonna che immette sulla famosa Via Veneto che in discesa picchia verso il centro. Ovviamente trovata la discesa Cicì va a palla, naturalmente mi fanno evitare la disgressione al Cica cica bum (night) per infilarsi al Tomas Cook Center (ancora oggi non abiamo capito che carcasse Cicì li dentro) in piazza dei Barberini. Un Cicì ormai provato aguzza la vista, nota una vetrina di tramezzini ed è ovviamente ora di pranzo.

Dopo una strafogata di tramezzini, focaccine ed affini ripartiamo, naturalmente costretti a segnare il passo per non perdere quello che ormai appesantito stava diventando una vera palla al piede (una specie di Mister-Inps) puntiamo subito per indovinate dove? Facile: Piazza Trinità dei Monti. Che Cristoforo ci trovi Ciccinps in quella piazza sa il cavolo. Insomma Ci arriviamo e finalmente ci possiamo scalare le gradinate. Su e giù in slalom tra Giapponesi, Cinesi, Inglesi, Arabi e potrei giurare anche qualche sud molucchese.

Nel giro di poco ci sorbiamo Piazza Navona, la Fontana di Trevi con lancio delle monetine da distanza chilometrica per la gente assiepata li intorno (e nemmeno di spalle ma tipo baseball), finiamo poi davanti a casa Berlusca (con tanto di coretto), il Pantheon che Cicì inizialmente ci aveva venduto come un insulso colonnato un paio di isolati prima, poi la solita Via del Corso e.. indovinate un po’: l’altare della Patria.

A questo punto la possibilità di vedere gli scavi di giorno non ce la siamo persa proseguendo fino al Colosseo e qui il fattaccio. Insomma si va a Roma e non si entra nel Colosseo? Non sia mai detto! E dunque in coda. Evitiamo un orda di comparse vestite da antiche romani con tanto di sandali e spadoni di plastica (uno me lo punta alla pancia e mi dice di mangiare spaghetti prendendomi per un inglese e beccandosi un vaffanculo in perfetto italiano) e ci mettiamo in coda. Ciccinps ovviamente si de fila per via del sole e pensa di fare cosa utile recandosi al baracchino delle bibite per la solita acqua supergasata. Lo Zanda annoiato dalla coda inizia a cantare un "noi non siamo dei Giapponesi" senza accorgersi della coppia gialla davanti a noi che per protesta se ne va facendoci guadagnare 2 posizioni, un po imbarazzato lo Zanda cerca di rendersi utile telefonando al Cicìcameriere per ordinare due coche. Due minuti dopo il nostro torna un po intristito ed alla domanda "che c’è, non avevano acqua gasata?" risponde con un: "mi hanno derubato, 2 coche da mezzo litro 8 euro e mezz’acqua 2". Pronta la risposta: "oh gonzo, ma quella cazzo di coca almeno si tira o si beve solo?". Dopo tale furto (eppure Cicì non pare un giapponese piccolo e magro) gli 8 euro a cranio per entrare al Colosseo appaiono quisquiglie. Ci risparmiamo l’aggeggio parlante che spiega cosa stiamo guardando, ovviamente capiamo poco di quanto vediamo (Gianni avrebbe detto: roba vecchia facciamo su un parcheggio) senza Sergio ma ci piacciono gli ascensori ed andiamo al piano superiore. Riconosciamo la tribuna dell’imperatore da quel che resta dei marmi bianchi, si sprecano I pollici versi di Cicì e dello Zanda verso un po di conoscenti scimmiottando Nerone nell’atto di decidere vita o morte di combattenti. Sotto vediamo I campi di allenamento e quel che resta delle prigioni degli schiavi. Ma quanta cavolo di gente ci stava li dentro?, sembrava di vederli, I laziali seduti composti con le loro tuniche bianche e azzurre già in attesa di un improbabile scudetto dell’Inter.

All’uscita dal Colosseo non abbiamo chiuso la porta e seguito il vate Cicì abbiamo scoperto come chiunque possa avere un colpo di culo nella sua vita. La dea bendata ha folgorato Ciccinps che ormai in debito di ossigeno ha intuito che il nostro bel biglietto da 8 euro probabilmente ci avrebbe fatto entrare anche al Palatino. Così è stato e dopo un GPM è comparsa una bella spianata con il Circo Massimo e un mucchio di altri sassi mal riposti però pieni di storia. Tra quelle rovine abbiamo potuto vedere il posto dove si facevano correre le bighe (con la B) prima di aqquattarci per una meritata sosta sfruttata per telefonare al ristorante la Faura e prenotare per la cena. Rinfrancati dalla prenotazione abbiamo potuto proseguire verso le rovine vere e proprie dove abbiamo potuto girottare in un vero e proprio quartiere romano con tanto di templi, obelischi e ruderi di case. Davvero bello anche se arischio di distorsioni. Dopo esserci interessati anche ad un matrimonio un po triste (era lunedì alle ore 17) grazie ad un paio di invitate da corsa con la biga (con la F) siamo risbucati sapete dove? E dove se non dietro all'Altare della Patria con I due tipi sempre di guardia ai gradini (spero per loro siano cambiati dalla sera prima). Schivate un paio di comitive di ragazzi e sopratutto Ragazze (Russi od affini) che si fa? Ma ci si tuffa sulla via del Corso per lo shopping no?

Volete saperwe in cosa è consistito il nostro shopping? Facile, Ciccinps ha comperato il quadro fatto con la vernice dai polacchi!!! Lo sognava dalle trasferte del nord da almeno 4 anni. Avete mai visto quei simpatici quadri in formato A3? Incredibile il modo con cui I tipi riescano a fare sti pseudo capolavori e come dei coglioni possano comperarglieli!!! Scherzo ovviamente, il problema del disegno è solo quello del trasporto. Il coso viene consegnato avvicinando I due lati che vengono tenuti fermi da tre pezzi di scotch che fanno da mini maniglia. Cicì ha scelto uno di quelli appena finiti motivo per cui è stato costretto a stare attento a non scalfirlo e ad evitare contatti strani per almeno 24 ore.

Sentite queste raccomandazione dovevate vedere Cicì con il suo trofeo. Abbandonata ogni prudenza camminava praticamente in mezzo al Corso per evitare contatti con I passanti che andavano in senso contrario, ha rischiato un frontale con un pulmann che andava in senso contrario e pareva il cameriere di un noto spot che girava con il vassoio carico di aperitivi per andare ai tavolini in centro alla strada. Uno spettacolo.

L’uletriore carico appesantiva ancora di più il poveruomo che all’inizio della salita di Via Veneto sulla via del ritorno restava inesorabilmente indietro con il suo fardello. Per pietà l’abbiamo atteso, giunto ansimante abbiamo capito che la salita tutta intera non l’avrebbe mai fatta, motivo per cui sosta circa a metà alla "Dolce Vita". Forse il nome Vi dirà qualcosa, insomma è uno dei posti più "pettine" del corso, figurarsi I camerieri quando vedono arrivare 3 diseredati come noi in maglietta maniche corte e braghette alla zuava. Con un certo schifo ci chiedono cosa vogliamo, un aperitivo (5.16 euro), 2 paste e due caffè. Cifra sproposito, però eravamo felici per aver inondato il posto di briciole, spagnolette e gusci di arachide. Pietoso il tratto finale di Ciccinps ormai in preda a dolori ovunque ma imperterrito nel non mollare il suo amato disegno.

La cosa buffissima è stata che con impegno il nostro ha portato l’imbianchinata quasi fino in albergo per poi farlo miseramente cadere a 300 metri da casa, in mezzo alla strada attraversando un semaforo, giuro che se passava un pulmann e lo schiacciava avrebbero dovuto portare me e lo Zanda all’obitorio (vicino al campo del CUS) perchè saremmo sicuramente morti dal ridere.

Giunti in albergo 2 ore per il cambio e via al cibo. Fatte le docce (lo Zanda ovviamente per secondo) del caso transumanza verso l’agognato ristorante. Vi risparmio la volpata della circumnavigazione della via perchè ritenuta chiusa che invece aveva semplicemnente 3 gradini da scendere a piedi (deviazione di un quarto d’ora da veri Muppets) e sono a confermarVi l’ottima cena gustata. Roba d’alta classe con un vinello dei Colli Romani da paura. Lo Zanda è stato come se non fosse con noi visto l’ardore con cui si è incantato nella visione della notevole passera anglo-tedesca di rimpetto al nostro tavolo.

Durante la cena telefonata di Sergio che si informava su dove fossimo, alla risposta ha tuonato un: "Ma siete pazzi, è caro!!!". "No", fa Ciccinps "sulla mia guida gambero Rosso dice 35.000 lire". In effetti il 35 c’era però erano Euro. Comunque meritati. Morale il nostro Sergio-Diana ci da appuntamento per dopo cena per un girettino ed una visita al locale che lui sa.

Detto fatto e mentre ci accingiamo a raggiungerlo , stavolta sulla strada giusta, Ciccinps annaspa clamorosamente in salita e prende circa un quarto d’ora in un chilometro. Noi arriviamo ed un Sergio preoccupato chiede lumi. Noi tranquilli cominciamo a cronometrare il ritardo. L’arrivo di Ciccinps è tipo Dorando Petri, una pena indescrivibile, compare in fondo al rettilineo che è ancora chiaro ed arriva a notte fonda. All’arrivo confessa problemi alle zampe (pardon ai piedi).

Lo sediamo in macchina con la tentazione di procurarci una carrozzella per spingerlo e seguiamo fiduciosi, o meglio guardiamo, dove ci porterà stavolta la nostra guida.

Per partire la strada è poca, visita al campo di allenamento del CUS Senior e di gioco per le giovanili. Il campo è più o meno un pallone con la caratteristica di essere aperto nei lati corti del campo per circa un paio di metri tra il tetto e la struttura di sostegno. In pratica in caso di maltempo con vento piove in campo. Sergio ci tranquillizza dicendo che tanto a Roma piove poco e se fa freddo le giocatrici corrono e si coprono. Non capiamo ma ci adeguiamo.

Usciti dal centro sportivo nuovo passaggio per casa Di Paola e rotta per un locale un tempo gestito dallo stesso Sergio in società con l’attuale proprietario. Il tipo è molto simpatico e socievole, ci spariamo qualcos’altro di alcolico, addirittura la band che suona musica dal vivo ci fa una dedica in qualità di milanesi remigini a Roma e passiamo un paio d’orette simpatriche sparando stronzate finchè Ciccinps dimostra chiari segni di crollo psicofisico. Dopo un bel caffè sul corso e davanti all’immancabile ed inquietante Altare della Patria possiamo finalmente riportare Ciccinps nel letto ormai bersagliato da battute sul suo vigore atletico. Il nostro risponde con un perentorio: "quando Vi alzate domani mattina rido io che sarò l’ultimo a lasciare il letto". Partenza prevista ore 9 per passare da Viterbo , ritirare la mia patente ed andare verso Pesaro, prossima meta con lo scopo di vedere l’interzona cadette.

Salutato non senza ringraziarlo e con una lacrimuccia la nostra amata guida ci sentiamo pronti per un altra avventura. Ci aspettano altri 2 giorni di viaggi e basket.

Passata una notte da sassi (a parte estemporanee passeggiate notturne di Ciccinps sofferente per la gotta) anche favorita da libagioni varie (il Margarita era stato terribile) il mattino si presenta veramente duro da affrontare.

Per diritto divino è il sottoscritto a dover cadere dal letto per primo (lo Zanda per ovvi motivi non poteva essere il primo, il povero Ciccinps doveva riposare per la gotta), ciò avviene alla lettera con tanto di abbandono a pelle di leone fuori dalle coperte e strisciamento a 4 zampe fino alla doccia badando bene a non accendere la luce per non disturbare.

Finito il wash la soddisfazione di svegliare un comatoso Zanda che aperti gli occhi esordisce con un: "Ciccio, Ezio si è alzato, ma non ti sento ridere", Ciccinps non ha neppure la forza di rispondere ed il silenzio stampa si protrae per almeno un ora, finchè cioè Ezio Matley non urta accidentalmente il "disegno degli imbianchini cechi" piazzato sul sedile posterire del Diabolico Pulè. L’inconveniente sveglia Ciccinps tutto d’un colpo fino a farlo sbraitare e facendogli perfino dimenticare I gottosi problemi. In effetti al confronto Moratti negli spogliatoi dell’Olimpico deve aver recitato il Rosario.

E’ un rabbuiato Dustardly a guidare il Diabolico Pulè (mentre lo Zanda fa da secondo pilota, ovviamente ci si esprime solo a gesti per non irritare Ciccinps che alquanto inverso meditava un ritorno immediato a casa. Fortunatamente la gotta ha dato tregua al nostro e dopo il ritorno a Viterbo per il recupero della famigerata patente la bussola di bordo segna Est. Dopo aver a lungo ponderato la sede prescelta per gustarsi un interzona cadette è definitivamente Pesaro. L’unico problema è che Ciccinps è convinto di mangiarsi una piadina verso l’una sul lungomare.

Si imbocca lo stradone per Fano e si va in religioso silenzio verso l’Adriatico, tra curve e camion la cosa si fa lunga verso le 2 si vaga ancora nella bassa ternana ma in cuor suo Cici spera sempre nella piadina. In soccorso degli altri 2 arriva una deviazione all’altezza di Gubbio che ci costringe alla scalata di un monte quasi completamente disabitato nei pressi di un posto passato via velocemente: Scheggia.

Passato sto posto ed imboccata la gola dell’Iridio e precisamente la Via Giove Pennino sulla destra compare una taverna/ristorante denominata "IL Bottaccione" . I visi imploranti dei viaggiatori inteneriscono l’autista che probabilmente annusando mentalmente il menù del posto incredibilmente si ferma. Menù che recitava: Tagliatelle funghi e tartufo, Agnello a scottadito, Friccò con Crescia, Anitra e Oca in Porchetta, Crescia alla vecchia maniera con prosciutto, salumi nostrani e formaggi locali.

Il posto ricordava uno di quei trading post cari a Tex Willer dove si attende il passaggio di qualche diligenza (li erano gli Ape car) popolato da pattuglie di Rurales (due poliziotti simili al Sergente Garsia), stranieri vicino ad estradare (un camper di austriaci) e stanchi viandanti (noi), l’oste giunto prontamente a servirci era ben intonato con l’ambiente ma simpatico ed alla fine ci ha convinto con le Tagliatelle funghi e tartufo e la Crescia al prosciutto. Decisamente gradito l’abbondante pranzo (le tagliatelle erano seppellite dai funghi porcini) tanto che Dustardly ritrova vigore, si collega col mondo e manda perfino un SMS a John Formenti con la seguente frase: "Tagliatelle Funghi porcini e Tartufo" beccandosi un "Va in mona" di rimando.

Ripartiti con dispiacere ci si deve sorbire altre 2 ore di Diabolico Cupè per giungere al mare di Pesaro, solo il tempo di farci belli (qualche ora) e via verso la palestra per la partita delle 5. Come da immaginarsi abbiamo beccato l’unico concentramento che iniziava alle 6, motivo per cui si va alla passeggiata del lungomare. Non sapendo nemmeno che squadre ci fossero ci stupiamo nel vedere nientepopodimeno che l’allenatore del Decio Scuri Lazio, motivo per cui intuiamo che Scauri sarà una delle squadre presenti, Di altro si sapeva che c’era Parma (campione d’Italia in carica) e Costamasnaga.

Dopo quattro chiacchiere con uno stupito allenatore del Lazio si va finalmente al mare se non che la gotta si reimpossessa di Cicì e dopo circa 15 metri sulla sabbia il nostro colpito anche dal freddo si ritira nei suoi regali appartamenti. Dopo mezzoretta lo si recupera e si torna in palestra, tanto per cambiare.

Per il sottoscritto la palestra di Via Partigiani non è una novità, in quel cavolo di posto con il 72 del Geas io, Ambros, Gil e Mazza facemmo le finali nazionali con le varie Panarotto, Magnani, Rodighiero, Cerami, Dindo ecc. perdendo per differenza canestri l’accesso alla semifinale (classifica girone: Vicenza 6, Ostie Marine, Geas e Ferrara 2 Differnza canestri scontri diretti: Ostie e Geas +5 Ferrara –10) dopo che Viedimar di Ferrara sotto di 3 a 20" della fine si addormentò su di un rimbalzo in difesa su di un secondo tiro libero e che Sarni (sempre di Ferrara) imbucò la bomba del –9 contro di noi a 5" dalla fine della partita. La palestra è ancora uguali, stessi colori di parquet ma giocatrici assai diverse.

La prima partita è Scauri-Parma, salutati glia mici allenatori ci apprestiamo a seguire il match. Scauri è squadra di piccoli razzetti alti quasi 1.50 che vanno a mille all’ora spesso rischiando di schiantarsi contro la balaustra. Parma appare più tosta ma non sembra avere chissà che individualità a parte (forse) la figlia di Scanzani. In effetti ci vuole poco a radicarmi la convinzione che contro il quintetto precedentemente nominato difficilmente le 20 in campo passerebbero la meta campo. Si assiste a cose turche con Parma che riesce perfino a far rientrare le laziali in partita con uno sciagurato terzo tempo ma alla fine porta agevolmente a casa il match.

Nel frattempo giungono Costa e Venezia le protagoniste della seconda partita. Lo Zanda fa salotto e si ritrova la simpatica Fassina che un culo tanto gli aveva fatto appena due giorni prima, arriva anche il coach Veneziano che professa la sua relativa tranquillità sul passaggio del turno.

La sicurezza del simpatico (e chiacchieroso) coach Veneto lascia piuttosto perplessi viste le sue pupille in campo. Partita speculare alla precedente con serie inenarrabili di cagate da ambo le parti. Costa sbaglia l’inverosimile e scivola sotto di 20 prima di riprendersi e ritornare sotto verso la fine del tempo. Lo spettacolo è veramente pietoso e ammetto di aver lasciato il campo all’intervallo per un più interessante Leverkusen-Manchester.

Raggiunto dai due orfanelli a fine partita e subita la conferma dell’angoscia del secondo tempo (alla fine Venezia vince facile) prima di uscire per la cena mi tocca anche registrare tutti I risultati dei vari concentramenti. Avuta la completezza dell’informazione finalmente possiamo farci un tour per la città di mare alla ricerca di qualcosa di leggero da mangiucchiare.

Alla fine la scelta cade sul ristorante tipo Ciao di fronte all’esimio monumento di Joe Pomodoro, bene se vi capita evitatelo se non volete beccarvi pizza cruda con pesce vecchio. Intristiti per la deludente mangiata e per la scarsa popolosità del posto per la prima volta si va a nanna con largo anticipo senza sapere ancora cosa ci riserverà il primo maggio, l’ultimo giorno di festa.

In effetti Dustardly non si pronuncia, la Cicceria (ristorante bolognese) è chiuso, S. Bonifacio (altro concentramento) è lontana, a Faenza le partite del concentramento del Geas sono tristi (+40 e +50 il primo giorno), io e lo Zanda possiamo solo addormentarci sognando il mare.

Anche il mattino dopo alzarsi dal letto è duro, incredibilmente parte Mister Inps, il secondo chi sia è scontato se non che la sua idea di prendere una sana boccata d’aria si schianta contro la tapparella a mezza finestra. Craniata tremenda che mette di buon umore la truppa. A me ricorda tale Joe Cler della mia giovinezza alias un tipo che veniva al mio bar e tutte le sere verso la chiusura del locale se ne andava salutando gli astanti di spalle, solo che appena si girava picchiava regolarmente una facciata (stortandosi gli occhiali) contro la saracinesca malignamente lasciata a mezzasta dal titolare del bar. Un mito.

Lo Zanda rincoglionito dalla botta pensa bene di fare la replica anche per Cicì che non aveva visto, picchiando sul serio però anche la seconda volta facendo notare come abbia fatto il bis. La pronta battuta ovviamente è relativa al fato che sia la seconda volta che lo fa. A questo punto si scatenano le malelingue sull’attitudine del nostro "Huber" Zanda a questa posizione con le seguenti domande e risposte fatte in coro:

  1. In che posizione si alza dal letto lo Zanda? Secondo
  2. A che piano abita lo Zanda? Secondo
  3. Lo Zanda ha un fratello ed una sorella, lui è il? Secondo
  4. Al torneo dele provincie cosa è arrivato lo Zanda? Secondo
  5. E nel campionato Bam? Secondo
  6. Tra un po come si chiameranno le guardie carcerarie Secondo
  7. Alla juve lo scudetto, Cuper terzo perchè? Facile, il Secondo posto era prenotato dallo Zanda
Dopo una rapida colazione finalmente il nostro vate decide cosa fare: si va a mangiare la sospirata piadina a Cervia e poi al mare. Per una decente ora di pranzo devo ammettere che Cicì trova una discreta piadineria, Qui dobbiamo sorbirci uno sproloquio ciccesco che da della grinzosa ad una tipa a cui io e lo Zanda avremmo fatto di tutto firmando subito un atto di sottomissione in cambio di poterle sfiorare un alluce. La scena seguente per il gelato non è da meno. Ovviamente la gelateria va trovata in macchina, parcheggiamo, prendiamo il nostro cono, il mare è a 100 metri ma Cicì dice che ci vuole la macchina per arrivarci. E va beh, inforchiamo il diabolico Pulè facciamo 200 metri e parcheggiamo in pratica sulla sabbia della spiaggia. Ciccinps smonta fa 13 metri e si vuole sedere. Lo guardiamo allibiti e facciamo per andare a camminare sul lungomare approfittando dello splendido sole facendo a Cicì: lì, a cuccia che poi torniamo. Il nostro si spaventa per la solitudine e implora di andare a sederci al bar per il caffè. Gli chiediamo di aspettarci ma la risposta è: "quando mi rompo me ne vado con la macchina".

Gulp, a rischio di rimanere a piedi io e lo Zanda girottiamo intorno, ad un certo punto Dustardly ricompare dopo aver telefonato al mondo e fa: "visto che non sapete decidere cosa fare andiamo verso casa". Inutile spiegare che noi avremmo volentieri fatto un giretto sul lungomare, guardato le prime passere della stagione (un paio di deretani erano già da spettacolo" e preso un po di sole. Alle 4 sfrecciamo sull’autosole verso Casalpusterlengo e sapete perchè? All star game allievi, cadettio e junior con in panca il Trinka.

Chi non sognerebbe dal sole e dal mare di Cervia di andare all’acqua di Casalpusterlengo in un luminoso primo maggio?Per pietà lo Zanda si addormenta e Cici pista come un disperato per arrivare alla partita degli Junior. Purtroppo ce la facciamo e ci tocca vedere anche questa partita. Io non ho retto e ho visto Danimarca-Inghilterra Under 17 di calcio in TV al bar di fronte. Finita la partita e roicongiunti con Mattia, il Trinka, lo Sciascione, Eliantonio e un altro che non mi ricordo che si fa? Si guarda l’allenamento di CasalP. Noooooooooooooo, adesso anche gli allenamenti cazzzzooooo.

Ma quella era solo una scusa per andare a mangiare a seguire. Ottimo il posticino, andateci però con una donna, il posto è il Leoncino di Codogno, ottimo posto pettine anche se io e lo Zanda abbiamo dovuto presentarci in braghette corte. Che tristezza e che vergogna…..

Divertente la cena con il terzo grado del Trinka allo Zanda su cosa ha detto negli spogliatoia prima e nell’intervallo della finale, lo Zanda ha eroicamente glissato.

Per chiudere in bellezza non restava che il viaggio Codogno-Milano, ovviamente non autostrada ma strade che solo Dustardly conosceva, in pratica con un allungatoia di circa 40 Km non abbiamo trovato traffico e neanche un semaforo. Dico solo che Pavia ad un certo punto era a 5Km. Però oh, nessuno per strada eh… e solo 1 ora e 30’ per arrivare. Con 5 km di coda a Melegnano arrivavamo mezzora prima ma Cici è Cici o tegnil o cupal me disen a Milan. In chiusura riepilogo delle partite viste:

  1. N. 1 di A1 maschi Siena-Adecco
  2. N. 12 di Decio Scuri femminile
  3. N. 1 di C2 maschile
  4. N. 1 di A2 femminile
  5. N. 2 di cadette femminili (alle finali di Roseto: Geas, Como, Parma, Schio, Cus Roma di Davide, Pozzuoli, Trieste e Ostie Marine)
  6. N. 1 All star game maschile junior
  7. N. 1 Allenamento di CasalP C1 maschile
  8. N. 1 palestra del CUS Roma
  9. N. 2 travestiti sul lungoTevere che buttavano la carta nel cestino
Per chiudere vorremmo anche ricordare I ristoranti visitati e ringraziare tutti gli amici che ci sono stati vicini nel nostro errare ed in particolare la nostra grande guida Sergio Brioni che attendiamo presto nei nostri lidi per illustrargli il Peep show (a Roma non ce l’hanno). Ricordiamo che sono disponibili foto e facce sul frontespizio del sito. E’ stato comunque davvero molto bello stare con tutti I ragazzi descritti, a presto.